MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

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FORMAZIONE

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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-01-19

Fagnano Olona, truffa sulle bonifiche: A capo dell'organizzazione Salvatore Accarino

Traffico illecito di rifiuti tossici: dieci arresti e 40 perquisizioni in Lombardia

Tra gli indagati un consigliere comunale di Solaro e sei funzionari di banca. Sequestrate sette aziende

 

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

40° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero:

 

 

AVVENIRE

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2010-01-19

 

19 Gennaio 2010

MILANO

Traffico di rifiuti pericolosi,

dieci arresti in Lombardia

I carabinieri del Nucleo tutela ambiente (Noe) stanno arrestando oggi in Lombardia 10 persone, per lo più imprenditori, accusate di gestire un traffico illecito di rifiuti pericolosi nell'ambito di un'inchiesta su legami con cosche mafiose. Lo ha riferito il colonnello Sergio Dal Monte a capo del Gruppo tutela ambiente di Treviso che ha coordinato i reparti del Noe impegnati nell'operazione, precisando che nell'ambito dell'inchiesta ci sono altre 41 persone denunciate.

Tra le 10 persone destinatarie di misure cautelari -- quattro in carcere e sei ai domiciliari -- ci sono molti imprenditori attivi in Lombardia, che gestivano soprattutto il trasporto dei rifiuti e che sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico illegale di rifiuti speciali e riciclaggio di proventi illeciti. A capo dell'organizzazione ci sarebbe Salvatore Accarino, già arrestato nel 2008 e legato a cosche mafiose.

L'operazione ha portato anche a iscrivere nel registro degli indagati 41 persone, tra cui impiegati e direttori di alcuni istituti di credito. Al momento non sono disponibili ulteriori dettagli.

I carabinieri del Noe stanno effettuando anche 18 perquisizioni mentre sono già state sequestrate sette sedi legali di società attive in Lombardia e due impianti di gestione rifiuti, uno nel Novarese e uno nella zona di Fagnano Olona.

Sono stati sequestrati anche 15 mezzi pesanti per il trasporto di rifiuti, tre autovetture di lusso, quattro abitazioni e un terreno di 2000 metri quadri, mentre sono in corso i sequestri di 21 conti correnti bancari.

Il Guppo tutela ambiente di Treviso -- comandato dal colonnello Dal monte -- coordina i reparti del Noe di Bologna, Venezia, Udine, Treviso, Trento, Brescia, Milano, Torino, Genova e Alessandria.

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-01-19

Fagnano Olona, truffa sulle bonifiche: A capo dell'organizzazione Salvatore Accarino

Traffico illecito di rifiuti tossici: dieci arresti e 40 perquisizioni in Lombardia

Tra gli indagati un consigliere comunale di Solaro e sei funzionari di banca. Sequestrate sette aziende

Controlli in una discarica abusiva (Fotogramma)

Controlli in una discarica abusiva (Fotogramma)

MILANO - Ci sono anche un consigliere del Comune di Solaro (Milano) e sei funzionari di banca tra gli indagati nell'operazione che ha portato all'arresto di Salvatore Accarino 57 anni, campano di origine e legato alla famiglia siciliana di Giuseppe Onorato, abitante a Fagnano Olona, già condannato per reati analoghi, il figlio Francesco, il fratello Mario e un'impiegata, Myriam Battistello. Agli arresti domiciliari, i titolari di aziende di smaltimento compiacenti che ritiravano i rifiuti inviati dagli Accarino, accettavano per buone le bolle di trasporto falsificate e chiudevano gli occhi sul fatto che gli Accarino avevano il compito di trasportare i rifiuti ma non di trattarli rendendoli, almeno apparentemente, innocui. Fra questi anche un imprenditore e consigliere di minoranza al Comune di Solaro. Domiciliari anche per gli impiegati degli Accarino che si prestavano a taroccare le bolle di accompagnamento dei camion e "le teste di legno" ovvero i prestanome, titolari di conto corrente su cui in effetti operavano gli Accarino.

LA BONIFICA DELLA CARTIERA - Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falsità documentale e riciclaggio. L'organizzazione, secondo quanto accertato dai carabinieri, operava attorno a un sito di Fagnano Olona (Varese), noto come "La Valle", formalmente adibito a ricovero di mezzi, ma di fatto utilizzato illecitamente come base di stoccaggio e trattamento di rifiuti pericolosi. La famiglia di Salvatore Accarino avrebbe coordinato l'illecita gestione di rifiuti provenienti dalla bonifica della Cartiera Fornaci di Fagnano Olona, soprattutto terre contaminate da idrocarburi e metalli pesanti. Gli ingenti guadagni sarebbero poi stati riciclati con l'acquisto di mezzi e attrezzature da impiegare nelle società collegate all'organizzazione, oppure acquistando nelle aste pubbliche mediante prestanome unità immobiliari in passato pignorate alla famiglia Accarino

I PRESTANOME - Salvatore Accarino, già fallito e condannato con sentenza confermata in Cassazione proprio per traffico di rifiuti, non poteva gestire imprese né conti correnti. Per questo, secondo i carabinieri del Noe, erano stati individuati dei prestanome che consentivano a Salvatore Accarino di gestire tutto il traffico senza comparire in prima persona. "L'abbiamo individuato - ha detto il pm Sabrina Ditaranto - solo attraverso le intercettazioni telefoniche". Fra gli indagati, anche sei funzionari di banche compiacenti che permettevano a Salvatore Accarino di gestire e fare movimentazioni su conti correnti intestati ad altre persone. Nonostante il suo status di pluriprotestato, Accarino sarebbe stato sistematicamente favorito dai direttori e impiegati di banca di alcuni istituti di credito nelle province di Verbania, Varese e Milano.

L'OPERAZIONE - I carabinieri del Gruppo tutela ambiente (Gta) hanno eseguito dieci provvedimenti restrittivi, una quarantina di perquisizioni, sequestri di sette aziende e decine di mezzi, oltre ad aree e impianti di stoccaggio di rifiuti. Nell'operazione sono stati impegnati circa 200 militari del Gta di Treviso, con il sostegno dei carabinieri dei comandi provinciali di Varese, Monza, Milano e del secondo Elinucleo di Orio al Serio (Bergamo). Gli ordini di custodia cautelare sono stai emessi dal gip Nicoletta Guerrero, su richiesta del pm Sabrina Ditaranto del tribunale di Busto Arsizio (Varese).

Redazione online

19 gennaio 2010

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-01-19

L'operazione dei carabinieri del nucleo operativo ecologico di Milano ha portato a dieci arresti,

perquisizioni e sequestri. A coordinare la gestione illecita membri della famiglia Accarino

Rifiuti tossici, blitz in Lombardia

sgominata organizzazione legata alla mafia

Rifiuti tossici, blitz in Lombardia sgominata organizzazione legata alla mafia

MILANO - Blitz in Lombardia contro un'organizzazione specializzata nel traffico illecito di rifiuti pericolosi. L'operazione dei carabinieri del nucleo operativo ecologico di Milano ha portato a dieci arresti, 40 indagati, 18 perquisizioni personali e locali, oltre al sequestro di due impianti di gestione rifiuti, sette sedi legali di società, 18 automezzi , quattro immobili, 21 conto correnti bancari. Gli indagati - tra cui figurano anche direttori e impiegati di alcuni istituti bancari compiacenti - sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falsità documentale e riciclaggio.

A capo dell'organizzazione un campano legato alla famiglia siciliana di Giuseppe Onorato, più volte arrestato (l'ultima nel luglio 2008) per riciclaggio in Lombardia di denaro appartenente a cosche mafiose. L'organizzazione, secondo quanto accertato dai carabinieri, operava attorno a un sito di Fagnano Olona (Varese), noto come "La Valle", formalmente adibito a ricovero di mezzi, ma di fatto utilizzato illecitamente come base di stoccaggio e trattamento di rifiuti pericolosi.

Coinvolti nell'inchiesta i membri della famiglia di Salvatore Accarino, che avrebbe coordinato l'illecita gestione di rifiuti provenienti dalla bonifica della cartiera "Fornaci" di Fagnano Olona, soprattutto terre contaminate da idrocarburi e metalli pesanti. Gli ingenti guadagni sarebbero poi stati riciclati con l'acquisto di mezzi e attrezzature da impiegare nelle società collegate all'organizzazione, oppure acquistando nelle aste pubbliche, mediante prestanomi, unità immobiliari in passato pignorate alla famiglia Accarino.

 

Salvatore Accarino, tramite la creazione di diverse società intestate a prestanome, dirigeva l'organizzazione, raccogliendo rifiuti speciali pericolosi e non dalle varie realtà industriali lombarde, soprattutto opifici, e anziché trasferirli in luoghi autorizzati, li avrebbe trasferiti nella "Valle" e in altri siti non autorizzati, con alti guadagni. Secondo quando accertato Accarino poteva disporre di parecchio denaro e numerosi conti correnti bancari intestati a società e persone a lui vicine. Nonostante il suo status di pluriprotestato, che impediva, di fatto, la titolarità dei depositi, Salvatore Accarino sarebbe stato sistematicamente favorito dai direttori e impiegati di banca di alcuni istituti di credito nelle province di Verbania, Varese e Milano.

L'operazione ha impegnato circa 200 carabinieri del comando per la tutela dell'ambiente - Nucleo operativo ecologico di Milano - con l'ausilio dei militari dei comandi provinciali di Varese, Monza e Milano. Gli ordini di custodia cautelare sono stai emessi dal gip Nicoletta Guerrero, su richiesta del pm Sabrina Ditaranto del tribunale di Busto Arsizio (Varese).

(19 gennaio 2010) Tutti gli articoli di Cronaca

 

 

 

 

 

Sanità, tredici arresti in tutta Italia

gas cancerogeni nei ferri chirurgici

Dirigenti, tecnici e dipendenti della ditta lombarda Bioster spa avrebbero sistematicamente omesso il procedimento di abbattimento finale dell'ossido di etilene. La stessa sostanza sarebbe stata utilizzata per cibi e stuzzicadenti

Ferri chirurgici sterilizzati ai gas tossici: nel corso di una operazione dei carabinieri dei Nas a Pescara, Frosinone, Bergamo e Brescia sono state eseguite 13 ordinanze di custodia cautelare per illecito utilizzo di gas tossici nella sterilizzazione di attrezzature chirurgiche e alimenti.

Secondo i carabinieri, le 13 persone accusate - dirigenti, tecnici e dipendenti della ditta lombarda Bioster spa - hanno gestito le operazioni di sterilizzazione di ferri chirurgici in uso ad alcuni ospedali e case di cura del Centro Italia, omettendo sistematicamente di attuare il procedimento di abbattimento finale dei residui del gas tossico utilizzato (ossido di etilene). Inoltre hanno sterilizzato con la stessa sostanza nociva partite di alimenti vegetali e stuzzicadenti.

Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla frode nelle forniture pubbliche e all'adulterazione degli alimenti. Sono inoltre indagate altre 42 persone. L'azienda ha stabilimenti in Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia.

Era nello stabilimento Bioster di Popoli (Pescara), secondo quanto accertato dai carabinieri del Nas, che avveniva "il 99 per cento dell'attività illegale" che consisteva nella non perfetta e regolare sterilizzazione di ferri chirurgici, in quanto si ometteva la fase di degassazione, e nella sterilizzazione di partite di alimenti di frutta secca, quale pinoli e funghi, con ossido di etilene (ritenuto cancerogeno).

A capo dell'organizzazione vi erano due bergamaschi, Sara e Gianluca Bonomi, di 43 e 41 anni, figli dell'amministratore unico e legale rappresentate della Bioster, non coinvolto però nella vicenda. Erano loro, secondo i Nas, che impartivano ai dipendenti i vari compiti, tra cui quello di falsificare i documenti in modo da mascherare le inadempienze.

 

Tra gli arrestati figurano anche quattro pescaresi: Domenico Bucci, Francesco Anastasi, Ketti e Antonio Luccitti. Quarantadue in totale gli indagati a piede libero, 36 dei quali già identificati. Tra i denunciati anche due ditte alimentari, con sede nella provincia di Roma. I titolari, secondo quanto accertato dai carabinieri del Nas, erano a conoscenza dei procedimenti illegali che venivano effettuati nello stabilimento di Popoli.

Diverse le strutture sanitarie che sarebbero state oggetto di truffa da parte del gruppo. Tra queste l'ospedale San'Eugenio di Roma, l'Alesini di Roma, il San Camillo Forlanini, gli Istituti Regina Elena di Roma, l'ospedale Grossi di Ostia e il Mazzini di Ascoli. Le 13 misure cautelari sono state emesse dal gip del tribunale di Pescara, Luca De Ninis, su richiesta del pm Valentina D'Agostino.

Le indagini sono partite due anni fa, in seguito al sequestro di un impianto di sterilizzazione presso lo stabilimento di Popoli, privo della necessaria autorizzazione. In quella occasione i Nas, coordinati dal comandante Marcello Sciarappa, hanno acquisito segnalazioni da parte di dipendenti sulla irregolarità delle procedure messe in atto nella sterilizzazione di ferri e prodotti. Gli inquirenti sospettano che quelle stesse condotte siano state attuate anche in altri due stabilimenti della Bioster quello di Montevarchi e quello di Reggiolo.

(19 gennaio 2010) Sanità, tredici arresti in tutta Italia

gas cancerogeni nei ferri chirurgici

Dirigenti, tecnici e dipendenti della ditta lombarda Bioster spa avrebbero sistematicamente omesso il procedimento di abbattimento finale dell'ossido di etilene. La stessa sostanza sarebbe stata utilizzata per cibi e stuzzicadenti

Ferri chirurgici sterilizzati ai gas tossici: nel corso di una operazione dei carabinieri dei Nas a Pescara, Frosinone, Bergamo e Brescia sono state eseguite 13 ordinanze di custodia cautelare per illecito utilizzo di gas tossici nella sterilizzazione di attrezzature chirurgiche e alimenti.

Secondo i carabinieri, le 13 persone accusate - dirigenti, tecnici e dipendenti della ditta lombarda Bioster spa - hanno gestito le operazioni di sterilizzazione di ferri chirurgici in uso ad alcuni ospedali e case di cura del Centro Italia, omettendo sistematicamente di attuare il procedimento di abbattimento finale dei residui del gas tossico utilizzato (ossido di etilene). Inoltre hanno sterilizzato con la stessa sostanza nociva partite di alimenti vegetali e stuzzicadenti.

Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla frode nelle forniture pubbliche e all'adulterazione degli alimenti. Sono inoltre indagate altre 42 persone. L'azienda ha stabilimenti in Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia.

Era nello stabilimento Bioster di Popoli (Pescara), secondo quanto accertato dai carabinieri del Nas, che avveniva "il 99 per cento dell'attività illegale" che consisteva nella non perfetta e regolare sterilizzazione di ferri chirurgici, in quanto si ometteva la fase di degassazione, e nella sterilizzazione di partite di alimenti di frutta secca, quale pinoli e funghi, con ossido di etilene (ritenuto cancerogeno).

A capo dell'organizzazione vi erano due bergamaschi, Sara e Gianluca Bonomi, di 43 e 41 anni, figli dell'amministratore unico e legale rappresentate della Bioster, non coinvolto però nella vicenda. Erano loro, secondo i Nas, che impartivano ai dipendenti i vari compiti, tra cui quello di falsificare i documenti in modo da mascherare le inadempienze.

 

Tra gli arrestati figurano anche quattro pescaresi: Domenico Bucci, Francesco Anastasi, Ketti e Antonio Luccitti. Quarantadue in totale gli indagati a piede libero, 36 dei quali già identificati. Tra i denunciati anche due ditte alimentari, con sede nella provincia di Roma. I titolari, secondo quanto accertato dai carabinieri del Nas, erano a conoscenza dei procedimenti illegali che venivano effettuati nello stabilimento di Popoli.

Diverse le strutture sanitarie che sarebbero state oggetto di truffa da parte del gruppo. Tra queste l'ospedale San'Eugenio di Roma, l'Alesini di Roma, il San Camillo Forlanini, gli Istituti Regina Elena di Roma, l'ospedale Grossi di Ostia e il Mazzini di Ascoli. Le 13 misure cautelari sono state emesse dal gip del tribunale di Pescara, Luca De Ninis, su richiesta del pm Valentina D'Agostino.

Le indagini sono partite due anni fa, in seguito al sequestro di un impianto di sterilizzazione presso lo stabilimento di Popoli, privo della necessaria autorizzazione. In quella occasione i Nas, coordinati dal comandante Marcello Sciarappa, hanno acquisito segnalazioni da parte di dipendenti sulla irregolarità delle procedure messe in atto nella sterilizzazione di ferri e prodotti. Gli inquirenti sospettano che quelle stesse condotte siano state attuate anche in altri due stabilimenti della Bioster quello di Montevarchi e quello di Reggiolo.

(19 gennaio 2010)

 

L'UNITA'

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2010-01-19

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2010-01-19

Traffico di rifiuti pericolosi: dieci arresti in Lombardia

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19 gennaio 2010

"Dai nostri archivi"

Traffico rifiuti: torna in carcere Mario Chiesa, il "mariuolo" da cui partì Mani pulite

Regionali: in Lombardia i radicali corrono da soli

Un'organizzazione specializzata nel traffico illecito di rifiuti pericolosi è stata sgominata in Lombardia dai carabinieri del Gruppo Tutela Ambiente che sta eseguendo in regione 10 provvedimenti restrittivi, una quarantina di perquisizioni, sequestri di sette aziende, e decine di mezzi, oltre ad aree e impianti di stoccaggio di rifiuti.

Nell'operazione sono impegnati circa 200 militari dell'Arma del Gruppo Tutela dell'Ambiente di Treviso, con il sostegno dei carabinieri dei Comandi provinciali di Varese, Monza, e Milano e del 2/0 Elinucleo di Orio al Serio (Bergamo). Gli ordini di custodia cautelare sono stai emessi dal gip Nicoletta Guerrero, su richiesta del pm Sabrina Ditaranto del tribunale di Busto Arsizio (Varese).

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falsità documentale e riciclaggio. A capo dell'organizzazione un campano legato alla famiglia siciliana di Giuseppe Onorato, più volte arrestato (l'ultima nel luglio 2008) per riciclaggio in Lombardia di denaro appartenente a cosche mafiose. Tra gli indagati anche esponenti locali di alcuni istituti bancari, compiacenti con l'organizzazione criminale.

L'organizzazione, secondo quanto accertato dai carabinieri, operava attorno ad un sito di Fagnano Olona (Varese), noto come 'La Valle', formalmente adibito a ricovero di mezzi, ma di fatto utilizzato illecitamente come base di stoccaggio e trattamento di rifiuti pericolosi.

 

Coinvolti nell'inchiesta i membri della famiglia di Salvatore Accarino, che avrebbe coordinato l'illecita gestione di rifiuti provenienti dalla bonifica della cartiera 'Fornaci' di Fagnano Olona, soprattutto terre contaminate da idrocarburi e metalli pesanti. Gli ingenti guadagni sarebbero poi stati riciclati con l'acquisto di mezzi e attrezzature da impiegare nelle società collegate all'organizzazione, oppure acquistando nelle aste pubbliche, mediante prestanomi, unità immobiliari in passato pignorate alla famiglia Accarino.

Salvatore Accarino, tramite la creazione di diverse società intestate a prestanome, dirigeva l'organizzazione, raccogliendo rifiuti speciali pericolosi e non, dalle varie realtà industriali lombarde, soprattutto opifici, e anzichè trasferirli in luoghi autorizzati, li avrebbe trasferiti nella 'Valle' e in altri siti non autorizzati, con alti guadagni. Secondo quando accertato Accarino poteva disporre di parecchio denaro e numerosi conti correnti bancari intestati a società e persone a lui vicine. Nonostante il suo status di pluriprotestato, che impediva, di fatto, la titolarità dei depositi, Salvatore Accarino sarebbe stato sistematicamente favorito dai direttori e impiegati di banca di alcuni istituti di credito nelle province di Verbania, Varese e Milano.

19 gennaio 2010

 

 

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SORRISI e CANZONI

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